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GEMELLAGGIO: IL PENSIERO DEI DOCENTI |
Area Didattica Secondaria - Anno Scolastico 2016-2017 |
Martedì 22 Novembre 2016 11:28 |
Trovo che l'esperienza dello scambio tra gruppi di ragazzi di diversa nazionalità e in particolare in ambito musicale, sia di straordinaria importanza. Innanzitutto, da un punto di vista umano, perché è un momento di confronto che apre gli occhi e la mente, responsabilizza e richiede duttilità e sensibilità nel porsi in relazione. Musicalmente, al giorno d'oggi è sempre più richiesta nei giovani la capacità di guardare oltre i propri confini, confrontarsi con un contesto in cui la qualità e la professionalità fanno parte dell'istruzione e dell'educazione di ogni musicista fin dai primi anni di studio. Ho visto, nei giorni di preparazione al gemellaggio e in quelli del suo effettivo svolgimento, una crescente attenzione, da parte dei nostri ragazzi, alla qualità dell'esecuzione musicale, nonché una consapevole assunzione del ruolo di "padroni di casa", coloro che ospitano e si prendono la responsabilità del benessere dei propri ospiti. In particolare, ho visto alcuni dei ragazzi "uscire fuori" dal nido della propria timidezza, in alcuni casi insicurezza, mostrando una personalità che attraverso questa esperienza si è fatta un po' più adulta. Un ringraziamento particolare ai proff. Francesca Pizzuti e Marco Beschi, senza i quali questo gemellaggio non avrebbe avuto luogo. Prof.ssa Alessandra Aitini L'esperienza del gemellaggio, a cui ho partecipato per la prima volta, è stata sicuramente un'esperienza di condivisione di un percorso educativo originale. Per i ragazzi ha significato vivere una situazione educativa oltre l'insegnamento, offrendo loro un'occasione di confronto e comunicazione autentica lontana da un'esercitazione scolastica. Prof.ssa Wania Bianchi E' stato bello vedere realizzato un progetto nato otto mesi fa, vedere come i nomi dei ragazzi ungheresi conosciuti solo attraverso mail siano diventate facce ormai familiari. E' stato entusiasmante vedere ripetersi la magia del “gemellaggio”: l'emozione e la sfida dell'accoglienza e la creazione di legami al di là della lingua diversa. Prof. Marco Beschi Lo scambio culturale, tenutosi durante lo scorso mese di ottobre, ha rappresentato un'occasione di arricchimento, sia per i ragazzi che per i docenti. In primis, gli alunni della classe Terza A hanno realizzato un meraviglioso concerto insieme agli studenti ungheresi: suonare e fare le prove insieme a un gruppo di ragazzi di un'altra nazionalità è stata sicuramente un'esperienza molto interessante. In secondo luogo, i nostri studenti hanno fatto da cicerone ai docenti e ai ragazzi ungheresi: divisi in gruppi, hanno preparato una presentazione in lingua inglese concernente la città di Como e i suoi principali luoghi di interesse storico, artistico e culturale. In questo modo, hanno migliorato il loro livello di lingua e hanno lavorato in gruppo. Tra l'altro, i nostri ragazzi hanno ospitato i ragazzi ungheresi e ciò li ha "obbligati" a parlare in inglese e ha fatto sì che sviluppassero una maggiore sensibilità interculturale e migliorassero le loro competenze sociali e organizzative. L'esperienza è stata decisamente positiva anche per i docenti, che si sono confrontati con colleghi provenienti da un'altra nazione, con un diverso modus operandi e un sistema di istruzione differente. Infine, è stato molto piacevole assistere al concerto dei ragazzi e conversare con colleghi, genitori e alunni. Ora non ci resta altro che andare in Ungheria! Prof.ssa Veronica Brogna Quando gruppi di ragazze e ragazzi, lontani tra loro (come possono esserlo quelli di una scuola a indirizzo musicale comasca e una scuola musicale di Budapest), si incontrano, ci sono sempre momenti un po’ di imbarazzo. Si formano gruppetti un po’ chiusi nei quali ognuno tende a stare con chi conosce e a riproporre le divisioni di scuole. Però è sempre emozionante vedere come, quando si mettono a suonare insieme, la divisione scompare e la collaborazione è facile. La musica, come progetto che hanno in comune, riesce a creare quel “ponte” che spesso facciamo fatica a costruire in altro modo. Anche questa volta è stato così: ragazze e ragazzi ungheresi e italiani, che facevano fatica a scambiarsi poche frasi (complice anche la difficoltà linguistica), si sono intesi subito benissimo quando si sono trovati a suonare nello stesso leggio. E la musica che ne è scaturita era “la loro musica”, frutto delle caratteristiche, dei sogni, dei problemi, delle speranze di tutti loro. Anche tra docenti avviene un po’ la stessa cosa: è interessante osservarsi a vicenda, trovare le analogie e le differenze nel modo di lavorare, nel modo di gestire i ragazzi, le prove, la musica. Si crea uno spazio comune in cui è facile collaborare e comunicare, al di là della lingua. E questa collaborazione ricade poi, quasi magicamente, anche sulla collaborazione interna al gruppo di ogni scuola. Era tanto tempo che non mi capitava di vedere tante colleghe e colleghi lavorare insieme attorno a un progetto, con tutte le difficoltà e differenze nel modo di fare e di intendere le situazioni, ma insieme. E sono sicura che la forza che deriva da queste situazioni non si esaurisce al termine dell’iniziativa, ma lascia una traccia profonda. Prof.ssa Mariateresa Lietti Dall'incontro tra ragazzi nasce un confronto fra culture e una crescita delle competenze per una cittadinanza europea. Prof.ssa Teresa Molinaro Mi piace spesso giocare con le parole e le associazioni di idee e questa volta è davvero semplice, immediato: “gemellaggio” richiama il termine “gemelli”, persone unite dall'esperienza unica prenatale, ma anche persone simili con particolari somiglianze o affinità. Il nostro gemellaggio prevedeva in realtà l'incontro con persone diverse, per lingua e cultura: i ragazzi frequentano in Ungheria scuole non del tutto simili alle nostre, i docenti hanno altri programmi, diverse le festività e i cibi... Nell'incontro abbiamo però puntato proprio sulle somiglianze e le affinità: la musica in primis (la condivisione di spartiti e leggii, le note e le pause, i tempi e le battute, l'ascolto reciproco), il gusto del bello (il centro storico della nostra città, il lago e le montagne, la Scala di Milano), lo sport, la voglia di divertirsi dei ragazzi. Altro ci accomuna: il sentirsi accolti (il bello di dormire in un letto diverso, ma comunque comodo, il desiderio di provare un cibo nuovo, ma pur sempre gustoso), la voglia di stare insieme (e anche se non ci si capisce solo a parole, ci salvano i gesti, i sorrisi, le risate), la collaborazione (perché si fa prima a far da soli, ma quello che viene fuori dal lavorare insieme non ha paragoni!). Infine ci ha accomunato un profondo senso di gratitudine, una gratitudine circolare e contagiosa: i ragazzi ungheresi grati alle famiglie per l'accoglienza, i docenti ungheresi riconoscenti per il programma della settimana pensato per loro, le famiglie grate a scuola e docenti, noi riconoscenti per il clima respirato. Prof.ssa Francesca Pizzuti Il primo pensiero che mi viene in mente è che un buon gemellaggio deve essere in grado di rafforzare i legami di amicizia e di solidarietà fra ragazzi. Quest'esperienza mi ha avvicinato ad un modo di sentire e di apprendere che è proprio delle nuove generazioni che comunicano e interagiscono con gli altri in modo diverso rispetto agli adulti. Ho inoltre avuto conferma, in occasione della partita giocata insieme, che il linguaggio dello sport è universale e permette di divertirsi con lealtà e correttezza. Prof. Remigio Ronga L’impegno della prof.ssa Pizzuti nel coinvolgere alunni, genitori e colleghi nel gemellaggio mi ha motivato ad accettare l’invito a scrivere anch’io le mie impressioni sull’iniziativa. È stato bello vedere le famiglie all’opera: entusiaste per la proposta, ospitali, organizzate e, soprattutto, solidali tra loro. Il loro caloroso contributo è stato fondamentale per la riuscita del gemellaggio e ci ha molto incoraggiato nell’affrontare la quotidianità scolastica. Noi, docenti e alunni insieme, siamo riusciti ad organizzare le attività nel poco tempo a disposizione, cercando di fare del nostro meglio. I colleghi ungheresi sono stati molto gentili e attenti: hanno valorizzato ogni nostro piccolo sforzo nei confronti loro e dei loro ragazzi. Anche i ragazzi, molto educati sia a scuola sia in famiglia, hanno sempre apprezzato quanto è stato loro offerto. Coinvolgente è stata l’esibizione musicale conclusiva che si è trasformata in una festa tra prelibatezze e saluti affettuosi. Infine, un riconoscimento particolare va ai colleghi che hanno proposto il gemellaggio offrendosi di accompagnare i ragazzi a Budapest e di organizzare il viaggio e il soggiorno, considerato l’impegno e la responsabilità che ciò comporta. Ritengo altrettanto importante che, all’interno del Consiglio di Classe, l’iniziativa abbia poi ricevuto il supporto di tutti e che questo sia nel contempo avvenuto lasciando libertà d’azione e di collaborazione a ciascuno. Prof.ssa Laura Zuanni |