Ora ti trovi in
MAD - Messa a Disposizione
Pubblicità Legale
Progetti Esterni
INVALSI
Pari Opportunità
Accesso Riservato ai Docenti
Chi è online
12 visitatori onlineStatistiche
Articoli Visualizzati: 8227238Sondaggio
Le Altre Scuole di Como
IL BROLETTO |
Area Didattica Secondaria - Anno Scolastico 2016-2017 |
Domenica 14 Maggio 2017 17:57 |
LA STORIA Il Broletto era la sede del Comune di Como. È posto a settentrione dell'antica cattedrale rimpiazzata nel 1400 dal Duomo, a completare un lato della sua piazza. La facciata si presenta a fasce di marmo lombardo in tre colorazioni differenti: bianco, grigio e rosso, mentre la torre civica è stata costruita adottando la tecnica del bugnato ovvero è costituita da blocchi di pietra sovrapposti a file sfalsate lavorate in modo che i giunti orizzontali e verticali risultino scanalati e arretrati rispetto alla facciata. Dopo il taglio di due archi verso sud si ebbe la separazione del palazzo comunale in due unità distinte e comunemente indicate: quella ad ovest "Broletto" e quella ad est "Pretorio". Nel Broletto avevano sede tutte le funzioni del Comune. Vi si tenevano le assemblee, vi si amministrava la giustizia, vi si riuniva la Società Mercanti e si conservavano i documenti nei suoi archivi; invece le autorità risiedevano nel Pretorio. Sulla torre civica era posta la campana del Comune che suonava per richiamare i cittadini alle riunioni. Questo palazzo è sede e simbolo delle istituzioni nate nel fervore dell'XI-XII secolo. Con la rinascita del fenomeno urbano, nel secolo XI, crebbero di importanza gli organi di governo e di amministrazione civile, ridotti in precedenza all'identità con il potere religioso. Questo portò all'individuazione di una struttura politica che dall'assemblea si evolveva in ruoli amministrativi più precisi. L'assemblea dei cittadini si teneva periodicamente in uno spazio aperto, dove si potesse riunire gran parte della popolazione di Como, tale spazio era collocato tra la chiesa di S. Giacomo e la Cattedrale. Ma la necessità di un luogo chiuso dove svolgere queste funzioni si faceva strada rapidamente: spesso, infatti, per il cattivo tempo o per altre evenienze il raduno veniva spostato all'interno della vasta chiesa di S. Giacomo. L'area sulla quale si tenevano le assemblee del Comune rimase a lungo, nonostante le rivendicazioni laiche, di competenza della Chiesa, almeno fino all'inizio del XIII secolo, quando la comunità procedette al suo acquisto per erigervi il nuovo palazzo comunale che venne chiamato Broletto; termine che deriva dalla parola medioevale-latina broleto cumano, cioè spazio, area aperto. Il nuovo edificio rappresentava dunque la totale autonomia delle istituzioni laiche da quelle ecclesiastiche, venne forse ultimato nel 1215 per volere del podestà Bernardo da Codazzo. Se si dà credito alla lapide apposta alla facciata, non è però escluso che la lapide sia riferita ad una costruzione precedente. L'edificio era inoltre provvisto di una torre civica, che lo affianca, al cui interno è presente la campana del Comune, usata per convocare le adunanze. Si ignora però se la torre avesse fin dall'inizio l'attuale altezza, visto, che essa, prima della sua ricostruzione nel XX secolo, presentava una netta differenza tra la parte inferiore e quella superiore, realizzata in modo più incerto. Nel 1335, quando la città passò sotto la dominazione milanese, Azzone Visconti, per meglio controllare la zona rappresentativa della città, fece costruire la Cittadella, che inglobava anche parte del Broletto. Il palazzo rimase agibile, ma perse progressivamente la sua importanza, poiché il potere cittadino sopravviveva solo formalmente. Così, nel 1408, durante il riaccendersi delle lotte fra le fazioni rivali dei Rusca e dei Vittani, il Broletto assunto nuovamente come simbolo, venne dato alle fiamme. L'incendio provocò la distruzione degli archivi e delle imbreviature notarili (brani notarili abbreviati), nonché seri danni all'intera struttura. Soltanto le mura perimetrali restarono intatte. Provvisoriamente vennero adibite a funzioni di Broletto varie case affittate in diversi luoghi della città. Nel 1436 il Broletto appariva restaurato dopo lavori diretti da Pietro da Breggia, ma solo nel 1449 fu adibito alle sue abituali funzioni, anche perché, nel frattempo la distruzione della cittadella da parte dei comaschi in rivolta aveva provocato nuovi danni all'edificio comunale. Nella seconda metà del Quattrocento poi, i lavori per la ricostruzione della vicina Cattedrale imposero la demolizione della parte meridionale del palazzo. I lavori di restauro furono definitivamente conclusi nel 1495, per intervento di Baldassarre de Biassis, podestà a Como dal 1495 al 1496. Seguirono per il Broletto, nuovi secoli di decadenza. Subito dopo la metà del Settecento si pensò di realizzarvi un teatro. Già nel gennaio 1764 la nuova struttura era ultimata, completa di 55 palchi, distribuiti in quattro ordini, per un totale di 49, più altri 6 collocati a lato del proscenio. L'interno era del tutto privo di decorazioni ma furono messi in scena comunque spettacoli di un certo impegno. Talvolta le feste in costume trascendevano i limiti consentiti, cosicché il teatro acquisto fama di luogo immorale. Dopo il trasferimento degli spettacoli nel nuovo Teatro Sociale nel 1813, il Broletto fu adibito ad archivio notarile fino alla fine dell'Ottocento, quando, nell'imminenza delle celebrazioni voltiane del 1899, si decise di procedere al restauro del palazzo. Il restauro eliminò il sopralzo settecentesco, riaprì le trifore, riportò il balcone nella sua posizione originaria e ricostruì lo scalone eliminato nel Quattrocento, chiuso poi da un cancello contornato da un arco. I lavori suscitarono non poche polemiche, soprattutto per la forma e la collocazione dello scalone che si riteneva scomodo e non adeguato all'edificio antico. Nuovi lavori si resero necessari nel 1919 e riguardarono il sopralzo della torre, che fu smontato perché ritenuto pericolante; alla sua ricostruzione si procedette nel 1926, secondo il disegno originale. Durante in questi anni si pensò anche alla riunificazione funzionale del Broletto agli edifici contigui, ritenuti resti del pronao di S. Giacomo. Gli ultimi lavori di restauro furono eseguiti negli anni 1972-1973, quando è stata rifatta la scala di accesso al salone superiore, ormai priva di ogni requisito di sicurezza. Infine, vista la difficile situazione di utilizzabilità del Broletto, inaccessibile ai cittadini e quindi necessitante di restauro, la Giunta comunale il 16 dicembre 1999 deliberò di donare il denaro necessario per far sì che la città potesse avere il meritato godimento del Palazzo. Oggi continua ad ospitare mostre e conferenze. LA DESCRIZIONE L'edificio è situato al centro della città, in una posizione strategica fra il Palazzo Vescovile ed il Duomo. Il palazzo municipale è composto da una pianta rettangolare che si sviluppa su due piani. Nel primo come in ogni broletto della Lombardia è presente una sala delle riunioni e un ampio spazio porticato. Il Broletto costituisce un'interessante testimonianza dell'epoca medievale arricchita da nuovi elementi in stile gotico.
La facciata è in marmo e si alternano le sue varie colorazioni: rossa, grigia e bianca e viene scandita da due cornici ad archetti ciechi su peducci (mensole) scolpiti. La facciata posteriore riprende lo stesso schema ed è caratterizzata da 4 arcate che terminano con un arco a tutto sesto ricostruito nel XV secolo. Al piano superiore corrono 4 eleganti trifore su esili colonnine sopra le quali sono collocati numerosi archetti ciechi su mensole robuste. Sotto le arcate si apre lo spazio del portico posto al livello originale, che risulta inferiore rispetto al piano attuale della piazza. Da una scala moderna in struttura metallica si accede all'unico spazio aperto al pubblico e dove vengono allestite occasionalmente mostre e conferenze. Tutto l'edificio è affiancato dalla massiccia mole della torre del campanile. Questa è caratterizzata da una bifora all'altezza del primo piano, oltre che all'orologio sormontato da due tetti spioventi. La torre è conclusa dalla cella campanaria aperta su tutti e quattro i lati. L'intero palazzo segue uno stile romanico anche se sono presenti degli elementi in stile gotico che, dalla Francia si stava diffondendo velocemente anche in Italia. L'aspetto della struttura è austero come in ogni broletto lombardo e le caratteristiche veramente decorative sono ridotte al minimo. |