Ora ti trovi in
MAD - Messa a Disposizione
Pubblicità Legale
Progetti Esterni
INVALSI
Pari Opportunità
Accesso Riservato ai Docenti
Chi è online
4 visitatori onlineStatistiche
Articoli Visualizzati: 8227318Sondaggio
Le Altre Scuole di Como
Diario di Viaggio |
Area Didattica Secondaria - Anno Scolastico 2016-2017 |
Mercoledì 14 Giugno 2017 12:11 |
Como-Budapest, 27 marzo 2017 Nell'atrio della scuola si respira un'atmosfera strana: di solito per le uscite non ci si ritrova alle 10 e con così tanti bagagli. In breve ci raduniamo tutti, la preside fa le ultime raccomandazioni non solo ai ragazzi, ma anche ai più grandi, i collaboratori ci salutano... si va: le rotelline dei trolley intonano la prima musica di questi giorni attraversando il giardino della scuola, al cancello un gruppetto di genitori si emozionano con noi. Ci ritroviamo ad attraversare la passeggiata di Villa Olmo, proprio quella che aveva tanto colpito i nostri ospiti ungheresi, però oggi c'è il sole tiepido che ci portiamo dietro anche nel nostro viaggio verso est. Nella navetta verso l'aeroporto il pensiero va ai bagagli: - controlleranno il peso? il mio è più grande delle dimensioni previste... e i liquidi? le medicine le fanno passare?- In aeroporto scacciamo i pensieri con un panino (italiano!) e riceviamo la carta d'imbarco, oltre a mille raccomandazioni... ed ecco il check-in: scopriamo che chi non è nato in Italia ha bisogno di un timbro speciale, per qualcuno di noi è necessario il permesso di soggiorno, anche la copia di quello di un genitore, ma alla fine passiamo tutti, siamo tutti uguali, tutti sull'aereo! Per qualcuno è la prima volta, ma i timori e le paure sono smorzate dalle battute degli spiritosi e così lo sguardo si perde oltre i finestrini fra le montagne, le nuvole, le pianure e, mentre si ripassa un po' di geografia, si atterra a Budapest! Ci attendono alcune famiglie che ci portano all'Accademia e abbiamo un primo assaggio della città: il Danubio che scorre tranquillo dividendo in due la città, i numerosi ponti che lo attraversano, il Parlamento... In breve ci dividiamo, ognuno nella propria famiglia: qualcuno è contento di rivedere il proprio ospite, qualcun altro è un po' timoroso, sa già che bisognerà adattarsi... Budapest, 28 marzo 2017 La mattina ci ritroviamo in Accademia: c'è chi è stato fortunato e la sera prima si è goduto una gita in battello sul Danubio, chi ha mangiato da solo, chi ha dormito al caldo, chi un po' scomodo, ma... adesso bisogna provare! Molti ragazzi suoneranno con strumenti ungheresi per cui è necessario prendere conoscenza con questi, farli un po' propri... alla fine il lavoro si avvia e l'orchestra si compone fino alla pausa pranzo. Nel primissimo pomeriggio ci aspetta il Palazzo del Parlamento: prima di entrare ce lo godiamo dall'esterno, illuminato dalla luce di un bel sole che diventa sempre più caldo. È davvero maestoso, con tetti spioventi, guglie, arcate e torrette in stile neogotico, ben sorvegliato da tutti i lati da più guardie; naturalmente non può mancare la prima foto di gruppo! Dopo accurati controlli (stile aeroporto), finalmente iniziamo la visita, per fortuna con una guida italiana. Percorriamo diverse scalinate: da un lato abbiamo una fila di vetrate con vista splendida, dall'altro tanti archetti tutti rifiniti in oro. Visitiamo diverse sale in stile barocco e rinascimentale, alcune davvero grandi con soffitti altissimi e tappeti pregiati. Ci accompagnano numerosi lampadari con molteplici lampadine, fino alla scalinata d'onore che porta alla cupola alta 96 metri: la misura si riferisce all'anno di conquista del bacino dei Carpazi da parte dei Magiari, l'896. Nella sala della Cupola ammiriamo, sotto lo sguardo severo delle guardie, la Sacra Corona di re Santo Stefano, insieme allo scettro, il globo crucigero e la spada. Infine entriamo anche nella sala più importante, quella delle decisioni, il cuore del Palazzo del Parlamento.
All'uscita raggiungiamo la riva del Danubio e rimaniamo subito impressionati da una fila di scarpe: sono scarponi, scarpe da donna, piccole, grandi. Reka (la docente che ci accompagna) ci spiega che è un monumento in memoria degli ebrei che erano trascinati lungo il Danubio, legati a gruppi di tre e uccisi, i loro cadaveri venivano gettati nel fiume. La memoria corre al nostro Perlasca che nello stesso periodo salvò molti cittadini ungheresi rischiando la propria vita. Iniziamo la visita a Buda: è la città vecchia circondata da bastioni e mura difensive, che conserva l'aspetto medioevale. Passiamo davanti al Castello reale, residenza dei sovrani ungheresi per 700 anni, oggi sede di musei e patrimonio dell'Unesco. Anche questo palazzo è imponente e maestoso formato da due ali divise da una cupola, ci accoglie Turul, un rapace in bronzo simbolo delle tribù magiare, che sembra stia per spiccare il volo. Proseguiamo verso la chiesa di san Mattia, in onore del re Mattia Corvino, dalle tegole colorate e guglie gotiche, luogo dell'incoronazione di Francesco Giuseppe e della principessa Sissi (1867). Alle spalle della chiesa si trova e il Bastione dei Pescatori, una bellissima terrazza panoramica, forse il suo nome deriva dal mercato del pesce che qui si svolgeva in epoca medioevale o alla corporazione dei pescatori che doveva difendere questo tratto di mura. Di fronte al Bastione la statua equestre del re Santo Stefano, fondatore della nazione ungherese. Siamo colpiti dalla grandezza degli edifici (statue equestri e leoni in abbondanza) e anche dal sole che ci accompagna caldo e fedele. Abbiamo finito le scorte d'acqua... uff! per fortuna abbiamo con noi i nostri huf (questo il nome della moneta ungherese) per dissetarci. Ci avviamo, un po' stanchi, verso l'accademia attraversando le vie più interne di questa parte della città, non ci rendiamo conto ma sotto i nostri piedi si trovano grotte e caverne ricche di sorgenti termali che formano un labirinto di ben dieci chilometri! Budapest, 29 marzo 2017 Oggi quasi solo musica! La giornata si apre con la visita all'Opera e si chiude con il nostro concerto! L'Opera rappresenta un piccolo gioiello asburgico: l'imperatore Francesco Giuseppe concesse la realizzazione dell'edificio a patto che risultasse più piccolo di quello di Vienna e controllò personalmente il risultato. In realtà il palco è profondo 47 metri e il teatro è molto alto: abbiamo avuto l'onore di sostare nel palco reale affiancato da due palchi laterali riservati alle guardie del corpo dell'imperatore, vedere anche il palchetto frequentato dalla principessa Sissi quando assisteva alle opere senza il marito. Salendo raggiungiamo la sala del bar affiancata da un corridoio piuttosto chiuso e buio riservato ai fumatori, poi usciamo su un largo terrazzo e ci godiamo anche oggi il sole. Due le statue di rilievo, quella di Erkel, compositore dell'inno nazionale ungherese, e di Liszt, il compositore classico più famoso del paese. Proseguiamo il nostro giro turistico alla scoperta dell'altra parte della città: Pest, una vera metropoli in movimento, con uffici, ristoranti costosi e boutique alla moda. Utilizziamo la metropolitana, la più antica in Europa dopo Londra, e siamo subito stupiti dalle candide piastrelle che ricoprono le pareti della nostra fermata alternate a ante di legno e strutture in ferro. Stando attenti a non perdere gli strumenti che ci portiamo dietro e a scendere tutti alla stessa fermata, raggiungiamo Piazza degli Eroi, racchiusa da un ampio colonnato semicircolare dove sono poste le statue dei più importanti uomini ungheresi, in mezzo un pilastro con l'arcangelo Gabriele. Al centro una grande scritta, BUDAPEST, ci richiama subito ad un'altra bella foto di classe. Dalla piazza si accede al parco più grande della città dove si può ammirare un Castello le cui parti sono copie di particolari costruzioni sparse nel paese, di stili differenti; percorriamo il parco e, difronte a noi, ecco una delle tante terme presenti nella città... peccato non poterci fermare! Ci riavviciniamo al centro per visitare la chiesa più importante e più grande (può ospitare fino a 8000 persone!) S. Stefano, a croce greca, con due torri campanarie, 55 tipi di marmo ungheresi e la mano mummificata del santo custodita come reliquia nella cappella della Santa Destra. Abbiamo un po' di tempo libero e si percorrono le vie più alla moda, tra cui Vaci utca, l'arteria pedonale con negozi di note griffe e gioiellerie: grazie alle nostre "tabelline per il cambio", ci accorgiamo che, a differenza di altri negozi in cui abbiamo trovato prezzi convenienti, qui è tutto molto caro... Finalmente la pausa pranzo, poi un viaggio in bus per raggiungere il luogo del nostro concerto! Abbiamo tempo prima delle prove di rilassarci in un giardinetto: alcuni iniziano ad accordare gli strumenti, altri si sistemano all'ombra delle piante, i più scatenati improvvisano qualche passaggio usando al posto del pallone (peccato non averlo imboscato nei trolley!) le bottigliette di bibite ormai svuotate. Puntuali si iniziano le prove: i brani sono di Bartok, un musicista ungherese, come omaggio per i nostri ospiti. C'è una buona concentrazione e alla fine tutti sono pronti, nel frattempo sono arrivati anche i ragazzi ungheresi e la sala inizia a riempirsi di pubblico. Il concerto si apre con il benvenuto della direttrice dell'Accademia e si chiude con l'Inno alla gioia (ma mancano le voci bianche!), nel mezzo le note, la musica, gli applausi, tanta emozione e soddisfazione! Dopo il consueto scambio di doni fra le scuole ci precipitiamo per goderci il rinfresco in una bella sala fresca con le pareti in pietra, ma l'atmosfera si scalda immediatamente: quattro musicisti incominciano a suonare musiche popolari e due giovani iniziano a ballare ininterrottamente, è un ritmico battere e levare di piedi e un continuo volteggio a destra e a sinistra. Scopriamo che quasi tutti i ragazzi sanno ballare queste danze e ben presto anche noi siamo trascinati a parteciparvi. Una signora con i costumi tradizionali (insegnante di danza) cerca di insegnarci i passi, spiegandoli in un ungherese deciso e con tono di comando, e così ben presto formiamo cerchi, coppie e volteggiamo anche noi, insomma... più o meno, perché a noi gira la testa quasi subito, mentre loro dimostrano una resistenza davvero invidiabile! Budapest, 30 marzo 2017 Ultimo giorno prima della partenza... qualcuno inizia ad essere un po' stanco (pur non avendo ballato la sera prima!), il letto non è quello di casa e nemmeno i panini e le cene... partono messaggi alle mamme di preparare lasagne e pollo con patatine! Ci attende un viaggetto in treno verso il villaggio di Szentendre sul Danubio: all'arrivo siamo accolti da dei simpatici "lampadari" a quadretti, rossi, azzurri che uniscono le case e sormontano le nostre teste. Sembra un villaggio d'altri tempi, con case basse e colorate, stradine piene di negozietti (dove spendere gli ultimi huf) e stretti scalini che ci portano in alto: da qui ci godiamo uno scorcio di tetti e addentiamo quanto dato dalle famiglie ospitanti. La guida ci spiega che il villaggio, che conserva caratteristiche del '700 con atmosfere mediterranee, fu fondato dai Serbi nel 1600, quando i re ungheresi assicuravano ai profughi dei Balcani (famiglie greche e dalmate) la possibilità di creare isole ortodosse: allora non c'erano muri e nemmeno filo spinato... Al centro della piazza, circondata dalle case dei mercanti, una croce di ferro ricorda che la città riuscì a salvarsi dalla peste. Viene soprannominata la città dei musei, ve ne sono ben dieci, tra cui, per i più golosi, quello del marzapane. Alla fine ci godiamo le sponde del fiume Danubio (qualcuno riesce anche a bagnare i piedi!) e abbiamo un po' di tempo libero. Rientrando raggiungiamo l'isola Margherita: purtroppo il pomeriggio di relax previsto non può realizzarsi, i mondiali di nuoto che si terranno a Budapest ad agosto hanno trasformato l'isola in un enorme cantiere così ripieghiamo per il centro e per l'Accademia. Budapest - Como, 31 marzo 2017 E' la mattina dei saluti: qualcuno versa lacrime e promette un futuro incontro magari ancora in Italia, qualcun altro appare sollevato dalla vicina partenza. Si trascinano a fatica i bagagli che sono tutti più pesanti rispetto all'andata: per forza! Tra salami ungheresi, paprika dolce o piccante, piccoli o grandi souvenirs, magliette... insomma speriamo di non rischiare molto con i controlli... Alcune famiglie ci accompagnano in aeroporto, salutiamo così Buda e Pest, le due anime della capitale, il Danubio dalle cui sponde svettano il Parlamento e il Castello, la collina Gellért con la statua della Liberazione: una figura femminile che tiene alta la palma della vittoria realizzata in onore dei sovietici per dimostrare la gratitudine degli ungheresi per il sostegno ricevuto durante la guerra e per essere stati liberati dall'occupazione nazista. In realtà l'occupazione sovietica fu ancora più oppressiva fino al 1988 e infatti oggi la statua ricorda tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la libertà e l'indipendenza del paese. Districandoci nel traffico finalmente siamo in aeroporto! Siamo un po' stanchi, ma arricchiti dall'esperienza, desiderosi di raccontare, condividere foto e filmati... Arrivati a largo Spluga un bellissimo striscione di benvenuto dalla "grafica musicale" ci accoglie insieme ai genitori: siamo a casa! Possiamo riposarci anche se in realtà... stiamo già pensando ad una "serata Budapest"! |