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Le Altre Scuole di Como
Caro Diario |
Area Didattica Secondaria - Anno Scolastico 2017-2018 |
Mercoledì 18 Ottobre 2017 12:16 |
di Martina Ciceri, IIB - Foscolo Domenica 8 ottobre 2017 Caro Diario, Innanzitutto devi sapere che non è raro che io abbia molti pensieri infatti, nonostante sembri così cervellona, secchiona o che so io, la maggior parte del tempo, anzi tutto il tempo, ho la testa fra le nuvole, fantasticando, immaginando universi magici dove io sono l'eroina o molto più banalmente pensando a quanto poco m'interessi l'argomento della lezione e quindi a cosa fare durante i preziosi e contati minuti dell'intervallo. Però questo pomeriggio la faccenda è diversa infatti sto riflettendo sulla comprensione di un brano che la prof. di italiano ci ha assegnato per compito. L'argomento del testo è la differenza tra il mondo dei bambini e degli adulti, le loro abitudini e la possibile paura di crescere. Già, adulti, bambini, crescita, età, grandi, piccoli, un mucchio di parole a mio dire abbastanza insensate. Infatti chi può decretare se una persona sia grande o piccola? Chi ha deciso che gli adulti e i bambini devono essere considerati due categorie nettamente differenti? Come si può capire quanto è seriamente cresciuta una persona, non fisicamente, ma dentro? Le mie domande potrebbero forse banali o inopportune ma io me le pongo lo stesso. Molte volte capita anche a me di pensare che l'universo degli adulti e dei bambini siano inconciliabili soprattutto quando litigo con i miei genitori. Quando però rifletto con più lucidità riesco ad entrare nell'ottica che il mondo dei grandi sia solo una variante del nostro. Per farti capire meglio userò degli esempi concreti: gli adulti vanno al lavoro così come noi andiamo a scuola, il 99% degli adulti beve almeno una tazza di caffè al giorno, la stessa percentuale di bambini beve almeno un bicchiere di coca-cola, entrambi si lamentano che le vacanze siano troppo corte, nonostante questo sono sempre dell'idea che i piccoli siano in una posizione di svantaggio, forse perché faccio parte di questo gruppo. Infatti i grandi persistono nel dire che la scuola è un dovere, il nostro lavoro, allora per quale motivo non solo non ricevo uno stipendio ma neanche uno straccio di paghetta? Vedendola in questa maniera dovrei essere contenta, anzi, impaziente di diventare grande così da poter finalmente decidere ogni cosa. Però arriva la mia parte timida e paurosa a scacciare quella prepotente ed egoista. Infatti sono certa che tanti privilegi corrispondano ad altrettante responsabilità ed io che ho sempre il timore atroce di sbagliare, ma ancora maggiore di far sbagliare, soffrire o arrabbiare gli altri, io che vado in ansia solo per un'interrogazione, che vado in paranoia ogni qual volta commetto un errore, benché minimo; io, come riuscirò mai a diventare un'adulta accettabile? Allora forse il mio desiderio è di compiere la trasformazione inversa, ovvero ritornare piccola, ingenua, coccolata ed ascoltata da tutti, sempre spensierata. Voglio ritornare ad essere la dolce bambinetta che ero un tempo, quando le preoccupazioni non mi oscuravano il viso ed il mio sorriso splendeva continuamente e non mi importavano le critiche degli altri se in quel momento mi stavo divertendo. Mi sono sempre ripromessa di mantenere quello spirito gioioso e, una volta diventata grande, di non "infangarlo" mai iniziando a bere, a fumare o altre stupidaggini simili. Purtroppo in molti momenti sento che quell'aura un po' magica comincia a svanire anche se in modo impercettibile. Ripensandoci può essere successo lo stesso anche agli adulti, si sono semplicemente dimenticati che cosa voglia dire essere bambini, sono diventati noiosissimi, severi, alteri, un po' irosi e freddi per riuscire a sopravvivere in quell'intricata giungla che è il loro mondo. E allora, mi chiedo, potranno mai cambiare e migliorarsi? Credo di sì e di questo posso esserne abbastanza certa perché ne sono un esempio vivente i miei genitori. Questi, nonostante stabiliscano numerose regole e su alcuni punti siano irremovibili, come ogni adulto che si rispetti, sono anche capaci di divertirsi, giocare, ridere per delle sciocchezze ed essere allegri, simpatici e sorridenti. Come del resto molti altri genitori e tutti i miei parenti con i quali passo sempre dei momenti meravigliosi. Penso di essere proprio fortunata, quanti hanno una famiglia felice e pazza come la mia? Rileggendo adesso tutto il poema che ho appena scritto mi sembra di aver stilato un questionario più che una pagina di diario, uno di quei documenti di una barbosità incredibile che perfino un noioso adulto non riuscirebbe a finire di leggere. Mi dispiace che tu ti sia dovuto sorbire tutte le mie lamentele adolescenziali, ma sono sicura che non sei arrabbiato con me. Voglio concludere la pagina con l'ennesima domanda alla quale solo il tempo saprà rispondere: riuscirò a diventare un'adulta giusta conservando un cuore infantile?
La tua Martina |