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Incontro con Ines Figini |
Area Alunni - Archivio 2020 |
Mercoledì 29 Gennaio 2020 10:16 |
È stato Mercoledì 13 Novembre che il mio sogno di incontrare Ines Figini si è realizzato. Il suo libro mi ha emozionata molto per cui dovevo incontrarla di nuovo, almeno un'ultima volta. Arrivata a Villa Celesia nel primo pomeriggio, il sole splendeva alto nel cielo, non riuscivo ad entrare tanto ero emozionata, avevo paura di fare le domande sbagliate, poi però mi sono fatta coraggio e sono entrata accompagnata da mio padre. Appena Ines è arrivata l'emozione è salita a mille, ma poi è svanita: lei era lì difronte a me, il mio sogno si stava realizzando. Era molto partecipe, aspettava con ansia le mie domande ed io le sue risposte: ero curiosa di sapere se nel libro avesse scritto proprio tutto della sua esperienza e lei mi disse che di cose ce n'erano tante, ma alcune erano troppo personali per essere dette. Questa risposta mi ha colpito: una donna di 97 anni che sa quello che bisogna dire, sa che alle nuove generazioni non può dire tutto della guerra che ha vissuto nel suo io interiore. Mi ha raccontato che l'ultimo giorno da libera voleva solo proteggere i suoi amici, impegnati in uno sciopero, e i poliziotti le avevano detto di stare tranquilla, invece quella stessa notte l'arrestarono. Le ho chiesto poi cosa le mancava di più all'interno del campo di concentramento e lei mi ha fatto restare a bocca aperta: le mancava il pane! Io pensavo la famiglia o gli amici, ma lei aggiunse che con il pane si può sopravvivere e sperare così di rivedere i propri cari. Successivamente le ho chiesto se avesse amiche sopravvissute con lei, ma sono morte tutte e ormai era morta anche lei eppure era lì di fronte a me, la potevo toccare, abbracciare, lei era lì. Ero indecisa se chiederle di vedere il numero tatuato sul suo braccio, ma è stata lei, di sua spontanea volontà, che me lo ha mostrato: 76150. Niente mi ha colpita più di quel numero, segno del male. Nonostante tutto lei ha perdonato e questo mi ha fatto capire che a volte noi non perdoniamo per qualcosa di poco conto, lei invece ha perdonato il male, lei ha perdonato degli assassini dimostrando di essere una persona fortissima. L'ultima frase che mi ha detto è stata: "Voi siete il futuro, raccontate la mia storia e non dimenticate" Ed io non dimenticherò. Grazie Ines per avermi insegnato l'importanza del ricordo. Lara LibertiClasse III A |